Inghiottito
dall'Adige in piena |
Il
peso dell'equipaggiamento con il quale stava facendo una esercitazione
militare simulata lungo la riva dell'Adige è costato la vita ad un
giovane polesano, scivolato accidentalmente in acqua.
L'incidente è accaduto ieri a Badia Polesine ma solo nel pomeriggio il corpo del ragazzo, Francesco Solofrizzo, 25 anni, di Porto Tolle, è stato recuperato nelle acque del fiume, a circa 30 metri di distanza dal punto in cui era annegato. Secondo quanto riferito dai cinque amici, quattro polesani e un padovano, con i quali Solofrizzo stava facendo una simulazione di guerra nei pressi dell'argine dell'Adige, il ragazzo è caduto assieme ad altri tre compagni da una zattera con la quale si stava portando da un'isoletta alla terra ferma. È stato trascinato sott'acqua dal peso degli anfibi e dell'equipaggiamento che aveva addosso. Inutili i tentativi di soccorso dei compagni, che hanno immediatamente dato l'allarme. La vittima è Francesco Solofrizzo, una ex guardia giurata residente a Porto Tolle nel Bassopolesine. Ieri mattina alle 8 assieme ad altri cinque compagni si era trovato davanti alla sede dell'associazione «No limits team soft air» a Rovigo. Un gruppo di 32 iscritti che rientra fra i circa 400 club nazionali di softgunners che ogni domenica giocano alla guerra in campagna. Indossano tute mimetiche, anfibi, utilizzano fucili e pistole ad aria compressa che sparano pallini di morbida plastica, sei millimetri di diametro e del peso di un quarto di grammo, innocue. Ieri i sei «guerrieri», cinque polesani e un padovano, d'età compresa fra i 48 e i 25 anni si sono portati a Badia Polesine, sotto l'argine dell'Adige in un'area chiamata Bosco Vecchio. La giornata era soleggiata. Erano circa le 8.45. Hanno preparato il campo, effettuato una ricognizione, quindi si sono diretti verso una piccola zattera ormeggiata sulla riva del fiume. L'aveva costruito proprio Francesco Solofrizzo, assieme ad altri compagni. Con l'aiuto della zatterra hanno guadato il tratto di fiume che dalla riva porta a un'isoletta, assicurando la chiatta con una corda dalla riva all'isola. La zona è caratterizzata da una vegetazione selvaggia, scenario ideale per una simulazione di guerra. I sei si sono divisi in due gruppi quindi hanno giocato per un'ora. Attorno alle 10 hanno deciso di riprendere il «combattimento» in golena. Sono saliti sulla zattera per lasciare l'isola. Un tragitto breve, una decina di metri. Assieme a Francesco Solofrizzo sono saliti in tre, gli altri due sono rimasti sull'isola a bilanciare la fune. I quattro stavano per arrivare sulla terra ferma quando la zattera si è rovesciata e sono finiti tutti in acqua. Tre si sono salvati. Francesco Solofrizzo invece è scomparso nell'acqua profonda in quel punto circa tre metri, senza più riemergere. Sul posto sono subito intervenuti i carabinieri di Badia Polesine e del Nor di Rovigo, coordinati dal maggiore Moreno Picchi. Le ricerche sono scattate con l'ausilio di un elicottero dei carabinieri e del nucleo sommozzatori dei vigili del fuoco di Venezia. Il corpo senza vita di Francesco Solofrizzo è stato ripescato nell'Adige dai sommozzatori attorno alle 17 di ieri pomeriggio a trenta metri di distanza dal punto in cui è scomparso. Carlo Cavriani |